L’arte e la storia di Rovetta
Itinerario alla scoperta dell’arte e della storia nel borgo di Rovetta e nelle sue frazioni
L’arte è una protagonista indiscussa nel borgo di Rovetta e nelle sue due frazioni, la Conca Verde e San Lorenzo.
Nella soleggiata Conca Verde troviamo il santuario di Sommaprada, costruito nel 1544 a testimonianza di un evento miracoloso avvenuto undici anni prima, quando un gruppo di carbonai e boscaioli assalito dai briganti, fu salvato dall’effige della Madonna che si illuminò di luce mistica e mise in fuga i malviventi.
All’ingresso veniamo accolti da un affresco del 1921, realizzato da Saturnino Tosi e raffigurante la Vergine di Sommaprada e Rovetta. Purtroppo l’edificio cinquecentesco fu distrutto da una frana che si staccò dal monte Biellone e venne perciò ricostruito nel Seicento, ma al suo interno è ancora conservato un affresco quattrocentesco della Madonna che regge il Bambino, affiancata da San Sebastiano e San Rocco, oltre che diversi ex-voto.
Spostandoci nel centro storico di Rovetta troviamo diverse architetture molto interessanti.
La prima è la Chiesa dei Disciplini, uno degli edifici più antichi del paese, risalente al XIII secolo. Inizialmente adornata con bellissime arcate dipinte, oggi assomiglia ad una delle antiche case dell’originario nucleo del borgo. Varcandone l’ingresso troviamo un’opera della bottega Fantoni: un gruppo scultoreo ligneo rappresentante il compianto sul Cristo Morto, risalente a un periodo tra il 1699 e il 1711.
Attigua a questa deliziosa chiesetta troviamo la più imponente Chiesa Parrocchiale dedicata ad Ognissanti. Costruita nel XV secolo, a partire dal 1659 subì diversi interventi di restauro per adattarsi ai nuovi canoni che la religione cattolica imponeva. Si passò quindi dalle semplici decorazioni sulle pareti e dagli arredi modesti ad un trionfo di forme barocche, alla costruzione del campanile e di opere varie, tutte redatte principalmente dai Fantoni. Tra le loro opere più celebri troviamo l’altare maggiore, alla cui base è seppellito Andrea Fantoni, ed il fonte battesimale, entrambi realizzati tra il 1725 e il 1790.
Altra celebre opera ivi custodita è senza dubbio la Pala d’altare dell’altare maggiore, opera di Gianbattista Tiepolo.
Il transetto e la cupola sono invece da attribuire all’architetto locale Elia Fornoni.
Poco fuori la piazza troviamo la casa museo Fantoni, situata lungo l’omonima via, a cui si accede grazie a una piccola scalinata che introduce nella residenza di una delle famiglie più antiche di Rovetta.
Il palazzo, dall’esterno molto semplice e austero, dispone di un grazioso giardino sul quale si affacciano una corte, un prezioso porticato e dei loggiati che arricchiscono la facciata interna.
L’attività della famiglia è databile tra il XVII e il XVIII secolo ed il suo patrimonio artistico viene qui salvaguardato dal Museo istituito al suo interno e dalla Fondazione Fantoni che lo gestisce. La sua ricchezza è davvero formidabile, come si può vedere dalle diverse generazioni di artisti che popolarono la bottega: intagliatori, scultori, pittori e molti altri.
Uscendo da Rovetta, attraversiamo la vasta zona dei campi, chiamata anche ”l’ager”, per giungere quindi a San Lorenzo.
Ad accoglierci troviamo la chiesetta della Madonna di Lourdes, custode di una pala d’altare di Giovanni Maria Benzoni.
In piazza Castello, così chiamata perché situata sulle rovine di un antico castello, si erge la chiesa parrocchiale costruita dagli stessi abitanti nel 1770. Al tempo infatti, San Lorenzo faceva ancora parte della parrocchia di Songavazzo, ma per i cittadini era molto pericoloso attraversare la Val Borlezza senza un ponte. Così inviarono una richiesta al Serenissimo Principe della Repubblica Veneta per avere il permesso di costruire una propria chiesa. La risposta fu positiva e dopo dieci anni di lavoro la chiesa fu terminata.
San Lorenzo divenne ufficialmente una parrocchia indipendente quando si staccò da Songavazzo nel 1863.
Questa parrocchiale ospita tutt’ora diverse opere di pregiati artisti come Domenico Carpinoni, Lattanzio Querena, Enrico Benzoni e i fratelli Alfredo e Saturno Tosi.
In una zona più isolata, vicino al confine di Cerete e Clusone, è infine possibile ammirare un piccolo tempietto, ricostruito negli anni ’30 e dedicato alla Beata Vergine del Miracolo.