Da più di cento anni Songavazzo è custode di un’opera dalla notevole importanza storica: il ponte a guardia del torrente Valeggia, nonché il primo ponte in cemento armato a struttura leggera.

 La struttura, nota anche come Ponte Vecchio, venne inaugurata il 3 Luglio del 1911 su progetto di Luigi Cortesi e si trova al confine tra Rovetta e Songavazzo: con i suoi 128 metri di lunghezza, rende possibile il collegamento tra i due comuni.

 A dire il vero esisteva già un ponte, ma crollò nel 1840, a causa delle ripetute piene del fiume e della natura effimera del materiale di costruzione (principalmente legno).
Fino al 1911, per esercitare le normali attività quotidiane, gli abitanti erano costretti a recarsi nei pressi del Santuario della Madonna Addolorata di Songavazzo, dov’era stato identificato il punto migliore per attraversare il torrente a guado.

La storia della costruzione di questo ponte presenta non poche vicissitudini, considerando i numerosi progetti presentati da diversi ingegneri e architetti, per non parlare della poca fiducia che si nutriva dinnanzi ad un progetto così innovativo, snello, “leggero” …bel lontano da quel senso di solidità che solo un massiccio ponte in pietra sapeva dare.
Il ponte ha però superato brillantemente il primo secolo di vita, sconfiggendo le iniziali paure della collettività, soprattutto dopo che, negli anni della Seconda Guerra Mondiale, resistette al passaggio inaspettato di un’intera colonna di carri armati che non avevano ben inteso l’obbligo di dover passare uno alla volta.

Quest’opera, oltre a segnare una svolta decisiva nello scenario tramviario dell’epoca, rappresenta tutt’oggi una forte testimonianza dello sviluppo intellettuale tipico dei primi del ‘900 e dell’innovativa tecnica di costruzione con cemento armato, ormai libera dal monopolio industriale e diretta concorrente della costruzione muraria e metallica.