Il fascino di Songavazzo

Itinerario culturale e artistico nella storia e nell’arte del borgo di Songavazzo

In ogni angolo di Songavazzo si possono respirare arte e storia a pieni polmoni, scoprendo scorci antichi, architetture religiose e civili, oltre che un importante infrastruttura viaria.

Partendo dalla strada che porta al MonteFalecchio, troviamo la piccola cappella di Giovanni Maria Benzoni: si tratta di un monumento funerario, simile ad un tempietto, voluto dallo stesso scultore locale per ospitare le salme dei suoi genitori. All’interno troviamo anche una sua opera, la statua della Mater Dolorosa. 

Proseguendo sulla strada, si erge dinnanzi ai nostri occhi la chiesa di San Bartolomeo, costruita a fine Seicento. Se l’esterno appare semplice e austero, non si può dire lo stesso dell’interno: diverse sono le opere della bottega Fantoni, come l’Altare Maggiore ornato da angeli e medagliele statue di S. Domenico e S. Caterina e la statua in legno della Madonna del Carmine. Il tratto distintivo più interessante è però il suo porticato che, aprendosi sul paese e sull’intero altopiano,ciregala una vista senza eguali. 

Dislocate in tutto il borgo possiamo notare una serie di sculture moderne raffiguranti motivi astratti. Queste vennero realizzate dal songavazzese Ermenegildo Covelli (1902-1976), il quale venne avviato all’arte dal celebre pittore Arturo Tosi, frequentatore abituale della vicina Rovetta. Alla sua morte, i figli decisero di donarle al paese. 

Attraversando le vie del centro storico ci imbarchiamo per un vero e proprio viaggio indietro nel tempo. Questo non è merito solo di Palazzo Morandi e VillaTronti, ma anche delle numerose case rurali e padronali caratterizzate da logge ed arcate in tipico stile orobico. 

Scendendo nei campi, proseguiamo fino a giungere vicino al torrente Valleggia, dove si trova l’isolato santuario della Madonna Addolorata: un simbolo molto caro al paese e ai suoi abitanti, poiché venne eretto in seguito alla fine dell’epidemia di peste bubbonica che dilaniò intere popolazioni durante il Seicento. L’interno, affrescato ma semplice, ospita una pala d’altare raffigurante la Pietà.  

Tornando sui nostri passi e dirigendoci verso Rovetta, abbiamo l’onore di percorrere una delle opere ingegneristiche italiane più importanti del secolo scorso: il ponte vecchio. Esso fu inaugurato nel 1911, su progetto di Luigi Cortesi, e permise il collegamento diretto tra Songavazzo e Rovetta attraverso la valle del Valleggia. Si tratta del primo ponte in cemento armato a struttura leggera in Europa, nonché uno dei migliori esempi di progresso tecnologico di questa area rurale.