L’antica storia del Mais Rostrato Rosso di Rovetta

Grazie alla passione ed al sapere antico degli agricoltori rovettesi, possiamo gustare ancora oggi questa preziosa ed unica qualità di mais.

Il Mais Rostrato Rosso di Rovetta è una varietà di mais che spicca per il seme piccolo e vitreo o semi-vitreo e la spiga allungata, con chicchi arancioni rossastri ed il caratteristico rostro. Venne distinto all’inizio del XX secolo ed i coltivatori rovettesi, primo fra tutti Giovanni Marinoni, hanno sviluppato la selezione che oggi coltiviamo.

Il signor Giovanni, rovettese, classe 1935 e alpino, è appunto il depositario della tradizione cerealicola rovettese. Il padre Vincenzo e il nonno Bortolo gli insegnarono le regole d’oro per avere un raccolto di qualità: scegliere solo le spighe più belle, forti e sane, conservandone solo i chicchi centrali.
Grazie a questa cura e dedizione e al sapere delle donne di un tempo, il Rostrato Rosso di Rovetta si è migliorato, sviluppato, conservato ed è giunto a noi, acquisendo nel tempo proprietà nutrizionali e organolettiche esclusive.

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Giovanni Marinoni 

Questa preziosa qualità di mais si ottiene grazie a delle scelte mirate, figlie di un sapere antico, la prima delle quali riguarda i campi da coltivazione: essi sono distanti dagli altri campi di mais per evitare l’impollinazione incrociata e quindi l’ibridazione del chicco.
Dalla semina allo sviluppo della pianta scorre circa un anno durante il quale vengono monitorati ulteriori canoni: lo sviluppo delle radici, l’uniformità dell’altezza, le dimensioni del fusto e l’armonia dello sviluppo. Infine con la sgranatura sono scelti solo i chicchi centrali, da seminare l’anno successivo dando vita a un nuovo ciclo.

Questa coltura, in origine, era diffusa solo nei “difficili” territori montani del nord Italia. Col tempo, ebbe però una costante evoluzione acquisendo caratteristiche alimentari eccellenti e molto particolari riconosciute in tutto il mondo. Alcuni semi sono infatti conservati nelle banche del germoplasma del CREA di Bergamo e dell’Università di Pavia, mentre altri si trovano nel deposito globale dei semi situato sull’isola norvegese di Spitsbergen.

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il Mais Rostrato Rosso

Nel 2011 è stato istituito il nuovo marchio “Denominazione Comunale – De.C.O.” e, nel 2015, è nata l’Associazione “Rosso Mais” che attualmente preserva questo prezioso seme.

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Dal chicco di mais alla tavola

Fino a pochi anni fa il Mais Rostrato Rosso veniva utilizzato solo per preparare la polenta. Il contadino portava la granella al mulino dove, per mezzo di molitura a pietra, si otteneva una farina giallo scuro striata di rosso, priva di glutine, molto nutritiva e con la granulosità tipica dei chicchi vitrei ed un gusto eccezionale.
In questi ultimi anni però si è dato vita ad una vera e propria “filiera del gusto”, ricca di prodotti a base di mais Rostrato Rosso di Rovetta come la classica farina integrale per la polenta, le gallette integrali, la pasta, gli gnocchi, i dolci, i biscotti (come i brutti di mais ed i lingotti) e persino il gelato.

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Gnocchi di Mais Rostrato Rosso

A garanzia del consumatore tutti i prodotti lavorati devono riportare in etichetta il marchio di De. C.O.  e/o quello dell’associazione Rosso Mais che garantiscono la provenienza del mais dai territori di origine.

Testi ed immagini a cura di Associazione Rosso Mais

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